21 FEBBRAIO 2019
Di Moncler Genius avevamo già parlato un anno fa, quando il brand capitanato da Remo Ruffini esordiva con un concetto rivoluzionario di capsule collection “edited by” che si affiancano alla collezioni stagionali. Quest’anno i nuovi creativi che si aggregano alla squadra già messa insieme per il 2018 sono i designer Richard Quinn, Matthew, Williams di 1017 ALYX 9SM, Veronica Leoni e Sergio Zambon che condividono la guida di Moncler 1952 e si aggiungono a Pierpaolo Piccioli & Liya Kebede, Sandro Mandrino per Moncler Grenoble, Simone Rocha, Craig Green, Fragment Hiroshi Fujiwara, Palm Angels Francesco Ragazzi e Poldo Dog Couture. Il progetto Genius si stacca dal concetto di stagionale, puntando su mini collezioni mensili firmate da designer diversi, il che aumenta l’’hype dietro a ogni release e accontenta gusti e pubblico diversi. One house different voices é il claim che del progetto che il marchio definisce di “approccio curatoriale”. E’ la prima volta che nella moda si usa il termine “curare” , preso dal mondo della cultura tradizionale ( di solito si cura una pubblicazione editoriale o una mostra in un museo o in una galleria ). Per questa mostra-evento è stato inaugurato il Moncler Genius building: la casa Genius, realizzata negli ex Magazzini Raccordati in zona Ferrante Aporti a Milano, un’ area che “rivede la luce” per la prima volta dopo 60 anni di chiusura e che è parte di un piano di riqualificazione dell’area del comune di Milano, un tempo utilizzata per lo stoccaggio di merci. Un prato di fiori in stile pop-art è la scenografia della capsule disegnata dall’ inglese Richard Quinn, con un mix di capispalla, tute stampate, pumps e stivali imbottiti sopra al ginocchio.Da Pierpaolo Piccioli i piumini in nylon laqué sono una ricerca tra equilibrio e dimensione onirica. Sembra una festa hippie anni ’70 il tunnel che ospita la collezione di Sandro Mandrino per Moncler Grenoble: un’installazione realizzata in collaborazione con l’artista islandese Hrafnhildur Arnardóttir conosciuta come Shoplifter che, a partire da maggio, sarà esposta alla Biennale di Venezia nel padiglione dell’Islanda. Tecnicità dello ski-wear unita a tye and dye e patchwork dal sapore artigianale. Da Simon Rocha, un romantico bosco di betulle bianche per forme voluminose e romantiche. coperte che si trasformano in cappe e capi in tessuto sangallo. Spazio e architettura sono fondamentali per Craig Green, che ha improntato tutta la collezione sulla trasformabilità. Ogni capo è ripiegabile, modulabile, deve poter essere trasportato occupando meno spazio possibile. Matthew Williams noto per il particolare utilizzo di hardware, unisce il gusto metropolitano e industriale in 1017 ALYX 9SM, per capispalla tinti in capo e accessori hi-impact come i sacchi a pelo.