30 APRILE 2015
Si è concluso a Hyeres il 30° festival della moda e della fotografia. Abbiamo selezionato tra i 10 vincitori, alcuni dei molti artisti emersi nella vasta proposta di talenti ispirati dalla moda o dai sobborghi urbani, immagini di luoghi o non luoghi del reale o della memoria, visti attraverso il filtro delle emozioni, come l’arte suggerisce.
EVANGELIA KRANIOTI
Il lavoro di Evangelia Kranioti prende forza e ispirazione dall’antica tradizione marittima del suo paese,la Grecia. Nel 2005, inizia una ricerca artistica e antropologica della vita attraverso i viaggi e, in particolare, dai marinai. Porti e donne formano una possibile coppia archetipica, una metafora affascinante per il viaggio continuo, il desiderio e la relazione dell’uomo con l’Altro. Per capire meglio cosa spinge a questi viaggi un ideale Ulysse e le attese di Penelope, Evangelia Kranioti ha deciso di imbarcarsi come marinaio. Unica donna a bordo,durante i suoi numerosi passaggi su petroliere, navi da carico e navi container della marina mercantile greca, ha toccato i porti di venti paesi. Il lavoro che ha prodotto in questo periodo si esprime attraverso una grande serie fotografica e il suo primo lungometraggio, uscito nel 2015.
POLLY TOOTAL
Fotografa del paesaggio Britannico, Polly Tootal ama viaggiare tra paesi, città e villaggi, attraverso la periferia e la campagna, seguendo i fiumi e la costa. i paesaggi non sono quelli raccomandati dalle giude turistiche, si oppongono a qualsiasi forma evidente di grandezza o di bellezza, per concentrarsi sulle lacune, sugli spazi che attraversiamo ogni giorno, il cui anonmao è tale che le nostre coscienze lo hanno assorbito prima di dimenticarlo. spazi che portano il segno di una importante attività umana, ma allo stesso tempo privi di qualsiasi presenza umana. Frontiere, zone di confine tra città, campagna e industria del tempo libero, residenziale e in disuso, di solito individuate dalla strada, scoperte e osservate da dentro una macchina. questo contribuisce alla strana familiarità che emana da queste immagini, a volte inquietanti sensazioni di dejà vu. Magazzini, centri commerciali,terreni abbandonati,autostrade, parcheggi..non luoghi che riempiono la nostra vita di nascosto; siti di transitorietà. Il contrario dell’anonimato è l’universalità. L’anonimato universale di queste immagini parla di una moderna Gran Bretagna con un tono insolito. Indica al silenzio della vita sterilizzata, iper-moderno, super moderno: l’illusione che la storia è venuta a un punto morto. Banalità, apatia, funzionalismo.
THOMAS ROUSSET
Le fotografie di Thomas Rousset offrono un mix di immagini, realtà ambigue sovrapposte che flirtano costantemente con i confini del reale e l’immaginario e giocano con i codici di fantasia e reale.Il divario tra il qui e l’altrove è difficile: le tracce sono sfocate, tempo e spazio cancellati. Il quadro di basa sulla creazione di decorazioni, spesso ispirate ai colori di Fellini o allla follia di Kusturica. Gli allestimenti sono situazioni assurde e danno vita a un universo pittoresco e giocoso. Ci sono argomenti, soprattutto nella centralità della composizione, che apartengono ad altre culture.Ornamenti e costumi sostengono questo “melting pot” di tradizioni. Le culture sono qui ripensate e si trasformano in trattini. I confini non sono più barriere,ma aree di contatto.Questo è un mondo decisamente utopico, e queste serie, il risultato di una consapevolezza della degradazione del concetto di comunità nel mondo occidentale contemporaneo.
OEZDEN YARULMAZ
Oezden Yorulmaz si concentra sull’importanza del ruolo dell’immagine in termini di definizione stessa nella società occidentale. Il suo lavoro esplora i confini e i limiti della fotografia in quanto tenta di rappresentare la realtà. spesso l’artista si pone come protagonista, attore maschio che interpreta uno scenario o una situazione psicologica in chiave di forma di immagini e luoghi. Ed incontra Jack (“Incontro tra Ed e Jack”), racconta una storia di fantasia attraverso una serie di fotografie che evocano una sequenza di immagini fisse.Utilizzando puntelli e costumi, l’artista cerca di realizzare un personaggio, una situazione tale da riprodurre un ambiente reale, tuttavia, esiste solo entro i confini dello spazio generato dall’immagine.