6 FEBBRAIO 2017
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E’ alla FONDAZIONE PRADA dal 9 febbraio all’ 8 aprile “Extinct in the Wild”, un progetto / mostra concepito dall’artista americano Michael Wang (1981),che riunisce ed espone all’interno di un habitat artificiale varie specie di flora e fauna non più esistenti in natura, ma che sono coltivate o sopravvivono solo in cattività. Indicati con la dicitura ufficiale “extinct in the wild” (estinto in natura), questi organismi dimostrano l’abbandono forzato di alcune specie del mondo naturale per accedere a quello costruito dall’uomo. Nel progetto “Extinct in the Wild” elementi naturali come piante e animali sono trasferiti in un contesto espositivo e culturale. In un’epoca caratterizzata dalla nozione di estinzione,queste dislocazioni non rappresentano soltanto delle scelte estetiche, ma costituiscono delle vere e proprie strategie di sopravvivenza. Michael Wang ha concepito una mostra costituita da tre strutture in vetro e alluminio con luci artificiali per esporre specie estinte in natura e da una selezione di fotografie. Alcune specie, come il ginco (Ginkgo biloba) sono comuni nella coltivazione, altre, come la cicade blu (Encephalartos nubimontanus), sono tra le più rare del pianeta. Alcuni animali sono sopravvissuti in condizioni artificiali per molti anni, come l’axolotl (Ambystoma mexicanum), una salamandra acquatica scoperta nei canali realizzati dagli antichi Aztechi a Città del Messico dopo essere stati prosciugati per lungo tempo. Lo stramonio arboreo (Brugmansia suaveolens) è una pianta erbacea a fiori bianchi scomparsa dalle foreste sudamericane a causa dell’estinzione delle specie animali che ne distribuivano i semi. Tuttavia, il valore religioso della pianta dovuto alle sue proprietà allucinogene ne ha assicurato la sopravvivenza nella coltivazione tradizionale. Alcune specie, invece, non si sono estinte solo grazie agli eroici sforzi dell’uomo. Ad esempio, la palma della Hawaii (Brighamia insignis), il cui ultimo esemplare in natura è stato registrato nel 2014, è stata salvata dall’estinzione da un gruppo di botanici che ha impollinato le ultime piante esistenti arrampicandosi sulle ripide scogliere oceaniche dell’isola di Kaua’i. La mostra è completata dall’esposizione di 20 fotografie, realizzate dal 2014 a oggi da Michael Wang, e ritraggono diverse specie di flora e fauna e gli habitat originali in cui vivevano prima della loro estinzione in natura. Per l’intera durata della mostra, gli organismi vegetali e animali presentati sono affidati alle cure del personale della Fondazione che si unirà alla schiera di giardinieri, guardiani, scienziati e appassionati che rappresentano per queste specie l’unica possibilità di sopravvivenza. La pratica curatoriale si concentra, quindi, sulla sua funzione originaria legata alle attività di custodia, sorveglianza e coltivazione, come indica l’etimologia stessa del termine curatore. Michael Wang è uno dei tre vincitori ex-aequo (con Evelyn Simons e Adnan Yldiz) di “Curate Award”, un concorso internazionale promosso dalla Fondazione Prada e da Qatar Museums. “Curate Award” ha come obiettivi la ricerca di nuovi talenti nell’ambito della pratica curatoriale e l’apertura di prospettive inedite nella concezione di eventi espositivi
Michael Wang
Nato nel 1981 a Olney, nello Stato del Maryland, Michael Wang vive e lavora a New York. Nella sua pratica utilizza fenomeni globali, quali la diffusione delle specie, il cambiamento climatico, la distribuzione delle risorse e gli scambi dell’economia mondiale, come linguaggi artistici. Il suo percorso include “Invasives”, un progetto sulla diffusione controllato delle specie aliene; “Carbon Copies”, una mostra che si occupa della relazione tra produzione di opere d’arte e l’emissione di gas serra; “Rivals”, una serie di lavori che collega la vendita di opera d’arte alla finanza d’impresa e “Terroir”, un gruppo di tele monocrome realizzate a partire dall’analisi del sostrato roccioso delle città. I suoi lavori sono stati esposti in Europa, Asia e Stati Uniti e recentemente nelle gallerie Foxy Production e Andrea Rosen a New York. I suoi scritti teorici sono stati pubblicati da riviste internazionali come Mousse, Texte zur Kunst, Artforum e Cabinet.
A MILANO DAL 9 FEBBRAIO AL 9 APRILE 2017
Mercoledì 8 febbraio 2017 si svolgerà il vernissage aperto al pubblico dalle 19 alle 21.