MOVIE MAKE UP

                                                                                                     

 

                                                                                                    3  NOVEMBRE   2014

 

 

INTERVISTA A

 

Dalia Colli, truccatrice cinematografica, vincitrice del David di Donatello l’anno scorso per Reality, di Matteo Garrone, con il quale aveva già lavorato in Gomorra, e nella rosa delle nomination di quest’anno con  La mafia uccide solo d’estate, di Pif. L’ultimo lavoro è il nuovo film di Francesca Archibugi, girato durante l’estate. Dalia sprizza un’energia contagiosa, è mamma di una bambina di 4 anni  e ama il suo mestiere. Dice che quando le tocca lasciare sua figlia per il set rimpiange di non avere scelto di fare l’insegnante. Ma io non ci credo.

MM: Dalia, c’è un film in particolare, che ti ha dato molta soddisfazione sotto il profilo professionale ?

D: un  film che mi ha dato soddisfazione a livello professionale e che mi ha dato la possibilità di dare sfogo alla mia creatività è stato I padroni di casa di Edoardo Gabbriellini, dove ho fatto saltare un pollice e la gola al buon Elio Germano. Mi sono divertita a creare le protesi e a imbrattare tutto di sangue zuccherino!!

MM:  cosa è più stimolante per te: illuminare un volto, trasformarlo nelle differenti età della vita, o creare effetti speciali?

D: rendere il volto di una donna o di un uomo, più “bello” di quel che è correggendo le imperfezioni, dà al mio lavoro quell’aspetto altruistico che amo avere nei confronti dell’essere umano, attore o comparsa che sia, che si siede sulla mia poltrona (sempre più spesso semplice sedia). Se vedo che le persone sono contente e si piacciono di più, ne gioisco anche io. Se devo creare la trasformazione dell’attore nel personaggio è molto più impegnativo ma mi diverte moltissimo. Invecchiamenti, mostri, morti truculente rendono il mio lavoro quasi un gioco che ironizza un po’ sulla realtà. Amo anche quelle sfumature del trucco che riescono a cambiare l’aspetto ma senza esagerazione, con piccoli interventi ma mirati.

MM: quando vai al cinema riesci a “staccarti ” dal tuo lavoro o l’occhio ti cade sempre su quello che avresti o non avresti fatto tu ?

D: amo molto andare al cinema e cerco sempre di godermi il più possibile quella magia che è il racconto filmico. Succede però, specialmente se vado a vedere un film dove appare il mio nome, che la mia attenzione si focalizzi sullo scovare i difetti che mi aiutano a capire come comportarmi in un’altra occasione. Del resto si impara sbagliando e vi assicuro che non si finisce mai e poi mai di imparare. MM: hai un’icona di riferimento, un “cult ” che ti sarebbe piaciuto fare ?

D: sicuramente il cult, anzi, i cult che avrei voluto fare sono quelli di Tarantino. Da ” Dal tramonto all’alba” dove è sceneggiatore, a “Bastardi senza gloria” non ne avrei saltato uno!

MM: quale percorso accademico consiglieresti a chi vuole fare il truccatore nel cinema?

D: dare consigli è un po’ pretenzioso, preferisco dare suggerimenti. Personalmente se tornassi indietro rifarei tutte le scelte che ho fatto, malgrado sia stato ben duro arrivare fin qui. Ho avuto veramente grandi avventure in giro per lavoro e ogni volta che ne aggiungo una è un po’ come avere vissuto di più. Adesso che sono mamma e devo lasciare mia figlia a casa a volte rimpiango  di non aver fatto l’insegnante!

MM: ci sono persone che darebbero una costola per stare per ore a contatto con certi attori. Ti è mai capitato di sentirti molto affascinata?

D: adoro quegli attori che entrano in scena e danno vita ad una magia, che anche se è l’ottavo ciak mi fanno commuovere di nuovo o perchè si sono inventati una piccola smorfia che mi fa scoppiare a ridere. Questi mi danno fascinazione, belli o brutti che siano.

MM: il truccatore è un lavoro molto delicato, nelle tue mani, insieme alle luci del direttore della fotografia e tutto il resto, naturalmente, c’è la “resa” e il carattere di un personaggio, cosa che un attore sa bene. E’ inevitabile che possa esserci qualche timore .. ti capita di accogliere incertezze, rassicurare e a volte dare consigli?

D: gli attori, che prima di essere tali sono esseri umani, come tutti noi hanno delle insicurezze, magari dovute alla difficoltà della scena, alla stanchezza, al pensiero del proprio aspetto sul mega schermo. La figura professionale del truccatore deve servire, più di altre, a rassicurare e dare fiducia in loro stessi e nel tecnico che li cura. A volte sono come i bambini e, come ai bambini, gli si perdonano un po’ di cose.

MM: soffri di deformazione professionale ? Ti capita di immaginare come potrebbe essere trasformata la donna che è di fronte a te in metropolitana?

D: mi capita spesso di osservare la gente per strada e anche di fotografarla sempre chiedendo il permesso. Mi serve per utilizzare la realtà nella sua messa in scena.

MM: si pensa sempre che una donna che fa il tuo lavoro abbia un potenziale pazzesco da usare quando hai avuto una giornata schifosa, sei sfinita e le occhiaie sono in perfetta armonia con un colorito che farebbe invidia a Morticia ed è proprio la sera in cui hai un’invito a cena che aspettavi da mezzo secolo.. usi questo potenziale e operi su di te la magia o quando non lavori chiudi la valigia e non se ne parla fino al prossimo film?

D: sinceramente non mi trucco molto. Però mi piace qualche volta perderci dieci minuti per essere più carina. Uso sempre la stessa matita di fortuna il mascara e via!…

MM: se non facessi il lavoro che fai, cosa ti sarebbe piaciuto fare? D: mi sarebbe piaciuto fare la “pittrice famosa”… ! Poi però ho razionalizzato e ho optato per il trucco.

MM: che tipo di prodotti usi ? Ti affidi ad una marca di cosmesi in particolare o ne usi diverse secondo i tipi di pelle ?

D: i materiali che uso sono tutti professionali e non si trovano nelle comuni profumerie o franchising di prodotti estetici. Spesso devo ordinarli all’estero e non sempre è facile. Usando l’aerografo devo optare per fondotinta liquidi, ma mi capita anche di affidarmi ad ottime marche cosmetiche, come nel film di Francesca Archibugi “ Il nome del figlio” dove ho usato solo prodotti Sisley.

 

  • Casanova.Lasse Hallström
  • la mafia uccide solo d'estate. pierfrancesco diliberto ( pif )
  • la mafia uccide solo d'estate. pierfrancesco diliberto ( pif )
  • gomorra. matteo garrone
  • i padroni di casa.edoardo gabbriellini
  • reality.matteo garrone
  • reality. matteo garrone

 

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Alcuni dei prodotti Sisley usati da Dalia nel film di Francesca Archibugi ” Il nome del figlio “.

 

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