Quella di Bejamin Clementine è una bella storia, una delle tante belle storie di cui è costellato il mondo della musica, dove, se la musa non è in te, non arrivi da nessuna parte. Nato a Edmonton, Londra, prima di scalare velocemente una delle vette più ambite del sound system vincendo, l’anno scorso il Mercury Prize, ha suonato per tre anni le sue note eleganti e malinconiche nella metropolitana di Parigi. Come in un film. Affascinante anche nell’aspetto, le sue potenti esibizioni sprigionano un che di regale, quasi ultraterreno, nella raffinatezza malinconica del suo stile. Un poeta, Benjamin, uno degli artisti più interessanti degli ultimi tempi, forse del decennio.
I Won’t Complein porta in un universo di inquietudine fatta di sogni ed ombre ispirando la regia diCraig McDean e Masha Vasyukova ( Spoon Films ) con uno script che fa del video una sorta di storia surreale, una parabola visionaria che rimanda a Man Ray, Jean Cocteau, Magritte, mescolando arte, sogni, e anima.
VIVIANE SASSEN, FOTOGRAFA CONTEMPORANEA NATA NEL 72 AD AMSTERDAM, DOVE VIVE. NEL 2008 LA SUA PRIMA MOSTRA, CURATA DA CONTRASTO, E DA ALLORA NON SI E’ PIU’ FERMATA, PREMI, COLLABORAZIONI CON LE MAGGIORI RIVISTE INTERNAZIONALI, IMPORTANTI CAMPAGNE PUBBLICITARIE PER BRAND COME MISSONI, CARVEN, BOTTEGA VENETA, per citarne qualcuna, e 12 libri all’attivo. Nelle sue fotografie si nota il gusto per la composizione grafica, quasi scultorea, la luce e i colori sono vibranti, le ombre nette, e in questa scelta espressiva, certamente, l’Africa, dove si è trasferita all‘età di due anni con i genitori, ha profondamente influenzato la sua opera e Viviane ne fotografa i suoi figli con uno sguardo diverso, intimo, dove i contrasti tra luce ed ombra rendono vivide le immagini di un continente accecante e oscuro, misterioso e ancestrale, dove nulla è concesso all’estetica, e la foto suggerisce a chi guarda di andare oltre, come per i ritratti, dove prospettive diverse suggeriscono le diversità intrinseche in ogni persona. Le risonanze cromatiche sono la chiave di lettura che caratterizza le sue opere, dove la sperimentazione sulle geometrie e la ricerca di un parallelo tra le arti si fondono in arte anche quando presta il suo sguardo alla moda.
E’ INIZIATA LA STAGIONE DEI FIORI E ANCHE LA PELLE HA BISOGNO DI RINNOVAMENTO E NUOVA ENERGIA. Da Sisley, azienda leader nella ricerca fito- cosmetica, due nuovi soin
SISLEŸA L ’IINTEGRAL ANTI – ÂGE
Fiori e bellezza, due parole che stanno bene insieme, quasi fossero sinonimi, viaggiano all’unisono, specialmente oggi che botanica e tecnologia sono sempre più collegate tra loro, e delicate corolle, petali gentili e insospettabili infiorescenze, diventano gli alleati più preziosi della nostra pelle. Molti tra i più accreditati marchi del beauty internazionale hanno giardini botanici dedicati alla coltivazione di specie che i laboratori di ricerca trasformano nei principi attivi che sono alla base di prodotti sempre più innovativi e più “verdi”. Dalla sua fondazione, nel 1976, l’equipe scientifica di Sisley, tra i precursori della fito – cosmetologia, lavora su estratti naturali che hanno dato origine a prodotti rivoluzionari come Sisleya, anti- age punta di diamante della maison, e il continuo perfezionamento della ricerca, crea una perfetta sinergia tra i principi attivi contenuti negli estratti vegetali dei vari prodotti, in modo da portare la pelle ad un naturale processo di rivitalizzazione e rinnovamento cellulare dall’energia di piante e fiori.
Oggi, dopo 17 anni, Sisleya aggiunge un’eccellenza alla sua formula straordinaria già composta da 50 principi attivi e approda ad una terza dimensione : l’invecchiamento comportamentale, responsabile della maggior parte dell’invecchiamento globale. Stress, eccessiva esposizione al sole,cattive abitudini alimentari, fumo, compromettono il nostro patrimonio genetico destabilizzando il ciclo vitale delle cellule con la comparsa prematura di rughe e perdita di luminosità e compattezza. La nuova formula di SISLEŸA L’Intégral Anti-Âge, assicura alla cellula l’ ”ecosistema” ideale con nuovi componenti stimolanti, rigeneranti e ristrutturanti che ridanno ritmo ed energia, e mediante la protezione dei telomeri ( estremità protettive di ogni cromosoma ) ne protegge l’integrità del DNA , rispetto allo stress comportamentale, per una longevità ottimizzata. I risultati sono : idratazione intensa, immediata e duratura, derma ristrutturato e ridensificato, rughe distese e pelle più tonica e luminosa.
SISLEY YOUTH : idratante – energizzante prime rughe
Per le pelli delle trentenni a rischio di comparsa delle prime rughe, un’emulsione fluida, fresca e vellutata da usare mattino e sera, che protegge le cellule staminali epidermiche, e rinforza la struttura del derma con l’estratto peptidico di soia che rilancia la sintesi delle fibre di collagene, e della decorina ( che agisce sull’organizzazione della matrice extra – cellulare ) per contrastare il rilassamento e preservare la compattezza e la densità della pelle. Un nuovo attivo, l’estratto di semi di grano Saraceno funziona da potente anti- ossidante contro i famigerati radicali liberi, mentre Kiwi, Ginseng e Ginko biloba si occupano di energia e tonicità. Si sa che uno dei fattori fondamentali della giovinezza della pelle è l’idratazione, e in Youth gli elementi a protezione del nutrimento sono tanti, tra gli altri, burro di Karitè per proteggere, riparare e rigenerare e olio di Girasole per lenire. Last but not least, la confezione è comoda e leggera, per ogni evenienza..
Your Future Is Not Mine” E’ IL TITOLO DELLO SHORT MOVIE DI ADIDAS ORIGINALS PER NMD, L’ULTIMA NATA DI CASA ADIDAS. Un gruppo di ragazzi attraversa paesaggi urbani segnati dalla desolazione e l’abbandono diretti a passo desiso verso un futuro che possono e vogliono creare, e non subire. Questo il messaggio positivo che passa attraverso il racconto diretto da Terence Neale, e questa è la filosofia che ha adottato Adidas che ha voluto, per la sua ultima campagna, con otto tra i migliori creativi provenienti dal mondo di design, moda e musica : #1 Aleali May, Blogger/Stylist, LA , #2 Kyu Steed, Musician, Parigi. Cantante, produttore e DJ, #3 Design Butler, Designer, Londra, #5 Ikwa, Fotografa, Shanghai/Sydney, #6 Yuki di Young Juvenile Youth, Musicista, Tokyo. #4 Luka Sabbat, Modello/Stilista, NYC. Nello shor movie, la partecipazione della star della NBA Iman Shumpert. Il pezzo che accompagna il video è interpretato da Daisy Hamel-Buffa . Il brano è stato realizzato esclusivamente per il video.
Nel servizio : Havana & Co, Massimo Rebecchi, L4K3, american Vintage, Black Dioniso, Moscot, Xacus, Department Five, D.A.T.E. for Giuliano Fujivara, Kaos, Hydrogen, Oxs Rubber Soul, Scotch & Soda, D.A.T. E., Stone Island, Etro.
Photo Lorenzo Pesce
Fashion Editor MariaGrazia Pase
Make Up & Hair Francesco Ficara @MKS – Milano using Emmebiitalia
Model Andrè Fellipe @Fashion Model
SNEAKERS. C’E’ CHI LE COLLEZIONA, CHI NON INDOSSA ALTRO, IMPOSSIBILE NON AVERNE ALMENO UN PAIO. DAI TEMPI LONTANI IN CUI LE STORICHE SUPERGA USCIRONO DAI CAMPI DA TENNIS O LE CONVERSE DA QUELLI DA BASKET PER CAMMINARE NELLA NOSTRA VITA DI TUTTI I GIORNI E DIVENTARE DEI CULT, di strada ne è stata fatta tanta e oggi, le sneakers fanno parte della storia, non c’è stilista che non ne abbia almeno una in collezione. Ricercate o basic, materiali e stampe seguono trend di stagione o la filosofia dello street style, ma, comunque e sempre comode, sono le scarpe che metteremmo tutti giorni per sgattaiolare fuori, non importa dove, ma in libertà.
SNEAKER, TERMINE CON IL QUALE SI IDENTIFICA LA SCARPA CHE NON E’ PIU’ SOLO DA “TEMPO LIBERO” MA PARTE INTEGRANTE DEL LOOK e rivelatrice della personalità. Dimmi che sneaker indossi e ti dirò chi sei si potrebbe dire, perché a tutti gli effetti, anche le sneakers si dividono per generi. Basic, sport, vintage, design o fashion, le possibilità di scelta sono infinite per materiali, colori, brand sport o supergriffe. Qui una scelta up to date che spazia tra generi e materiali, dal tessuto supertecnico, alla tela jeans, alla pelle, stampate, ricamate o dipinte.
GIRATO NEL DESERTO INTORNO A LOS ANGELES, H & M LOVES COACHELLA E’ IL VIDEO ISPIRATO ALLE DUE SETTIMANE DEL FESTIVAL CALIFORNIANO DOVE L’ENERGIA DELLE VIBRAZIONI NEO-HIPPIE ATTIRA FOLLE DI RAGAZZI ALLA RICERCA DI UN RESPIRO DI LIBERTA’ E TANTA OTTIMA MUSICA. Il festival è tra i più cool del pianeta e tra un concerto e l’altro, non è difficile trovarsi davanti a qualche celebrità in mezzo alla folla. Dall’energia e dal mood di questo evento la collezione di H& M prende spunto, dando vita a pezzi slegati dal glamour, ma perfetti per uno stile neo folk, libero e anti convenzionale. Denim, ovviamente, ma tagliato al vivo, frange e perline, cappelli a tesa larga per le girls, t- shirt e camicie stampate, bermuda e short in denim per i ragazzi. La collezione è in vendita in tutti gli store H & M dal 31 marzo.
Chloe, Salvatore Ferragamo, Alain Mikli, Burberry, Diesel, Dsquared, Linda Farrow, Dolce e Gabbana, Michael Kors, Emilio Pucci, Etro, Marni, Just Cavalli, Roberto Cavalli, Italia Independent, Miu Miu, Prada, Paul Smith, Oliver Peoples, Tod’s, Guess, Ermenegildo Zegna, Karl Lagerfeld, Oxydo, Tom Ford, Saturnino, Persol, Ray Ban.
SONO SEMPRE PIU’ LE PROPOSTE DI OCCHIALI MULTICOLORI E MULTIFORMI PER LA STAGIONE DEL SOLLEONE, E TRA BRAND FIRMATISSIMI O MENO, LA SCELTA E’ ARDUA. MA PIACEVOLE. Qui una carrellata di possibilità, tra lenti tonde come quelle pop di Just Cavalli, con gli occhi nelle stelle, o squadrate , da superstar, con occhi stellati negli occhialoni rosa di Linda Farrow. Chloè li propone grandi, un po’ seventies , mentre Oxydo riedita l’occhialino in veste design. E a proposito di design, Alain Mikli disegna un nasello che sembra ispirato alla celebre maschera di Batman, e Karl Lagerfeld si diverte con Cat Woman. Diesel veste il classico con una supertrend stampa tartan, mentre Paul Smith ricalca un cult, l’occhiale nero da intellettuale, che tanto ci ricorda il nostro immortale Pasolini. Sempre nel classico, l’eleganza sobria di Tod’s, è un porto sicuro per tutte le occasioni, mentre per i vintage addict Emilio Pucci è un must, occhiali come preziosi foulard, ed Etro propone i suoi disegni cachemire declinati in vari colori . Guess gioca la sua carta animalier sulla forma a “gatto “, ma chi ama un po’più di rigore, amerà la forma a gatto di Oliver Peoples, mentre Dsquared gioca sul romantico con un beige pastellato e brillanti ricami sui lati. Da Tom Ford maschili e supercool occhiali a “televisore” e maschere molto “ Courreges “.Last but not least, l’intramontabile aviatore, e qui ritroviamo il celebratissimo Ray Ban con il cerchiolino e i Persol a goccia unisex che non hanno bisogno di presentazioni. Buon sole !
“Music and photography are kindred spirits in that they are nonverbal arts, but handily, may have interchangeable terms”
A.SUMMERS
Andy Summers divenne famoso nei primi anni ottanta come chitarrista dei The Police, la rock band nata a Londra nel 1977 che complessivamente ha venduto circa 75 milioni di dischi. Negli anni ottanta dominavano la scena musicale e i media con brani come Every Breath You Take, Roxanne, Don’t Stand So Close to Me, Every Little Thing She Does Is Magic, Invisible Sun. Dopo i Police, ha poi realizzato diversi dischi da solista, ha collaborato con numerosi artisti ed è stato in tour in tutto il mondo. In più, ha composto colonne sonore di film e pur non abbandonando mai la sua più grande passione, la musica, Andy Summers oggi è anche un rinomato scrittore e un abile fotografo. Nel 2006, la sua autobiografia One Train Later ottenne un notevole successo e venne votata come libro dell’anno in campo musicale nel Regno Unito. Il film Can’t Stand Losing You basato sul libro vide la sua trasposizione teatrale negli Stati Uniti da parte di Cinema Libre nel marzo 2015. È disponibile anche il DVD del film, insieme al più recente CD di Andy – Metal Dog. I suoi progetti recenti comprendono l’uscita del disco “Circus Hero’ con la sua nuova band Circa Zero! Dall’aprile 2014, tour in Brasile con Rodrigo Santos e la colonna Sonora del film turco “E il circo lascia la città…”Di recente si sono tenute sue mostre fotografiche presso la Leica Gallery di Los Angeles, Paris / LA Independent Photo Show, Kunst.Licht Gallery di Shanghai, CCC Gallery di Pechino e presso la Photokina di Colonia, in Germania. Altre mostre fotografiche programmate a seguire a San Paolo in Brasile e a Rio de Janeiro per il quotidiano Globo.
Alla Leica Galerie Milano è presente con il progetto fotografico “Mysterious Barricades” ispirato all’omonimo successo musicale, che raccoglie 40 scatti in bianco e nero, immagini delicate che raccontano la vita dell’artista nella sua doppia veste di musicista e fotografo sempre in viaggio: dall’altopiano della Bolivia ai vicoli del Golden Gai di Tokyo, dalle strade di Napoli alle vedute di Shanghai. La mostra ripercorre i vari stadi di ispirazione fotografica di Summers, sempre influenzati dalla musica. Le immagini descrivono situazioni in sospensione o “in progress” che trasmettono un senso di intimità, tra il surreale e l’ambiguo, talvolta con sfumature oscure e note malinconiche che ricordano le sonorità delle sue melodie.
“The photography I create is a visual counterpart to the music that never leaves my head […] The own act of photography is as tearing pages from a book and then reshuffling the results into a new visual syntax.”In queste parole è racchiuso il concetto di fotografia per Summers, imprescindibile dalla musica e complementare ad essa.
Fabbriche. Spesso le guardo dai finestrini dei treni, alle periferie delle città, e per quanto possa sembrare strano, le vecchie fabbriche si integrano perfettamente con il paesaggio, come se il tempo abbia cancellato la differenza tra distese verdi, cascine, fiumi, torrenti o montagne e abbia steso un mantello di poesia su quelle testimonianze silenziose e malinconiche. Sono fatalmente attratta da turbine, vecchie filande, reparti di stampaggio, di vulcanizzazione, rotative, e tutto ciò che la storia del lavoro operaio può raccontare attraverso vecchi capannoni lasciati ad una irriconoscente incuria, alcuni,veri gioielli di archeologia industriale, ed altri, più poveri, ma non meno pieni di storia e di storie, abbandonati a se stessi, fino al giorno in cui, inevitabilmente, verranno riconvertiti in moderni loft per amanti del genere, o abbattuti per lasciare posto alla modernità. Questo immenso patrimonio dell’umanità è da molti anni oggetto di studi per conservazione, restauro, e valorizzazione della ricchezza culturale, sociologica e antropologica che riassume almeno un secolo di storia del lavoro, tant’è che non si contano le pubblicazioni ad opera di docenti universitari in materia, associazioni per la tutela del patrimonio archeologico industriale, siti dedicati. Artisti contemporanei come Jasper Johns, Robert Rauschenberg, Anselm Kiefer, hanno scelto strutture industriali dismesse per creare, esporre, viverci, per i grandi spazi che permettono alla creatività di allargarsi anche in termini di metri cubi, dove l’arte trova un suo ideale genius loci per l’elegante purezza intrinseca di luoghi dove il valore simbolico e formale si fondono. Realtà industriali un tempo protagoniste della storia economica, oggi sono tornate a nuova vita come fucine di creatività e sapere, elette a luoghi di cultura e co-protagoniste nella funzione produttiva e sociale. Tra queste, per esempio, la nuova sede milanese della Fondazione Prada all’interno della ex distilleria Società Italiana Spiriti, su progetto di Rem Koolhaas.
Ma il fascino delle fabbriche dismesse trascende dall’opera di recupero, anzi, l’abbandono aumenta lo stupore per la bellezza che trasmette l’eleganza dignitosa delle linee pulite ed essenziali, e questi mausolei del recente passato industriale attraggono gruppi di appassionati fotoamatori di tutto il mondo alla ricerca delle tracce, dell’anima.
Anna Tinti ama da sempre la fotografia, ma ha incominciato a dedicarsi agli edifici abbandonati da circa sei anni, e la ricchezza del suo portfolio prova la grande energia che mette in quello che non è un lavoro, ma una passione. Le ho fatto qualche domanda.
Cosa ti ha portato a fotografare i luoghi abbandonati?
Non so esattamente quando è nata questa passione, ho iniziato dai vecchi cascinali del Polesine e mano a mano mi sono resa conto che mi interessava il racconto di quello che resta, la testimonianza di un passato, di una vita, e la ricerca si è estesa ad ospedali, ospedali psichiatrici, alberghi, fabbriche.
Molte delle tue foto sono scattate all’estero, quali sono le tue fonti di ricerca ? Esiste una rete per lo scambio di informazioni tra appassionati del genere?
Il web aiuta molto, anche con Google maps a volte si riesce a localizzare un luogo partendo da alcuni elementi che possono fare rilevare la presenza di un edificio in abbandono, altre volte una notizia letta sul giornale, come per esempio un grosso furto di rame. Non esiste una rete per lo scambio di informazioni, un po’perché nasce una sorta di gelosia per i propri “ tesori” e soprattutto perchè mettere in rete questo tipo di informazioni significherebbe esporre questi luoghi a writers, ladri e vandali.
Quindi vi muovete in “solitudine “ ?
Certo, si preferirebbe essere soli nel momento della ricerca dello scatto, ma muoversi autonomamente è qualcosa che va assolutamente evitato per ragioni di sicurezza. Intanto le strutture sono spesso pericolanti, infatti non esistono permessi, ovviamente, e in secondo luogo perchè si rischiano incontri spiacevoli con ladri o altro. Ci si organizza con un gruppo di persone che si conoscono e che poi diventano amici strada facendo, letteralmente, perché molto spesso queste ricerche portano fuori dal territorio nazionale. Germania, Belgio, Inghilterra, ultimamente molto anche nell’ Europa dell’est, e la preparazione del viaggio, lo studio delle tappe, il viaggio stesso, diventa una preziosa ed anche divertente esperienza umana.
& Other Stories in collaborazione con Rodarte ha creato una collezione co-lab di ready-to-wear, scarpe e gioielli. La collezione arriverà nei negozi e su stories.com il 17 marzo 2016. Rodarte, marchio creato da Kate e Laura Mulleavy, è noto per la sua miscela artistica di alta moda, femminilità moderna e influenze della California..
“Abbiamo voluto creare una collezione che rappresentasse le trame di uno stile di vita della California. I vestiti devono facilmente essere indossabili dal giorno alla notte e trasmettere il proprio stile personale e la propria individualità. Per noi era importante un guardaroba completo: una grande giacca, abito, gonna, camicetta, maglione, scarpe e una serie di gioielli completamente versatili”
Dedicato a questa co-lab, Kate e Laura Mulleavy hanno creato una playlist con le canzoni che riflettono il mood e l’ispirazione che stanno alla base di questa collezione. La playlist è disponibile su Spotify: http://bit.ly/1p4GpPT.
In Italia la collezione sarà disponibile sul sito www.stories.com e nei negozi di Corso Vittorio Emanuele II 1, Milano Via Borgognona 39, Roma e Via Francesco Rizzoli 18, Bologna
FUTURI TALENTI DEL FASHION MOVIE, AFFRETTATEVI, SONO APERTE LE ISCRIZIONI ALLA TERZA EDIZIONE DEL FASHION FILM FESTIVAL MILANO, fondato e diretto da Constanza Cavalli Etro, rivolte ai registi, stilisti, marchi, case di produzione e creativi di tutto il mondo.Sono molti i grandi nomi affermati fra brand e registi che hano partecipato alle precedenti edizioni del festival, tra gli altri, durante la scorsa edizione: Proenza Schouler, Valentino, Hermès, Chloé, Giorgio Armani, Kenzo, Cartier, Gucci, Michael Pitt, Miranda July, Lena Dunham, Gregg Araki, Olivier Zaham, Justin Anderson, Bruce Weber, Bruno Aveillan, Harley Weir. La rassegna, ha luogo in settembre, durante la settimana della moda milanese e si è già affermata come una delle più importanti manifestazioni per la scoperta di nuovi talentuosi registi e professionisti del settore. Il responso finale è affidato ad una prestigiosa giuria composta da Franca Sozzani, direttore di Vogue Italia, e artisti, fotografi, visual artist, registi e producer di fama internazionale per premiare film, regia, styling e tutte le fgure professionali conivolte nei progetti.
Le iscrizioni per partecipare all’edizione 2016 del Fashion Film Festival Milano sono aperte gratuitamente sul sito www.fffmilano.com fino al 3 giugno 2016.
ALMAGUL MENLIBAYEVA E’ UN’ARTISTA CONTEMPORANEA DI FAMA INTERNAZIONALE NATA IN KAZAKISTAN,CHE DELLA SUA TERRA RACCONTA L’INCANTO E L’INFERNO ATTRAVERSO PERFORMANCE, PITTURA, GRAFICA, INSTALLAZIONI, VIDEO, E FOTOGRAFIA. La sua arte si ispira a dialoghi non verbali tra mondi, culture ed epoche, e al ruolo delle donne nelle culture presovietica, preislamica, sciamanica e derviscia,e,nel nostro mondo votato al raziocinio e alla tecnologia,fa rivivere i valori della natura e della spiritualità con performance cariche di un certo antropomorfismo mistico” che non assomigliano a nient’altro, soprattutto per il suo annodarsi in modo radicale alla cultura sufi e a quella dei popoli delle steppe. Le sue opere si muovono intorno alla donna kazaka liberata dal ruolo imposto dalla strumentalizzazione politica che all’epoca del comunismo sovietico ne aveva scolpito l’immagine di lavoratrice instancabile e disciplinata,e che ora,in cerca di una nuova, propria identità, libera dal controllo e dall’oppressione patriarcale, dà nuova vita allo sciamanesimo tradizionale e, con esso, alla nudità femminile, prima proibiti dal regime. Per Almagul l’arte è amore…” mi piace lavorare nella natura con corpi nudi. Lì diventano una parte del paesaggio”.
Almagul Menlibayeva ha presentato le sue opere in mostre personali e collettive in numerose sedi espositive, tra cui il Philadelphia Museum of Art, il padiglione dell’Asia centrale alla LII Biennale di Venezia, i Rencontres Internationales organizzati dal Centre Pompidou di Parigi, il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid, il KW Institute for Contemporary Art di Berlino, lo ZKM Center for Art and Media di Karlsruhe e la Biennale di Sydney.Vive e lavora tra Amsterdam e Berlino.
I LOVE GAI – Giovani Autori Italiani nasce da un’iniziativa SIAE in collaborazione con Lightbox. Il concorso è dedicato ai giovani autori e registi italiani sotto i quarant’anni, ed è aperto a opere di qualunque formato e genere con una durata massima di 30′, create dopo il primo gennaio 2015. Le proiezioni dei corti in concorso si terranno a Venezia, durante la 73. Mostra del Cinema e verranno giudicati da una giuria internazionale.
LA SURREALE E POETICA REINTEPRETAZIONE GRAFICA DELLA SFILATA DELLA COLLEZIONE PRIMAVERA ESTATE DI PRADA REALIZZATA PER L’UTIMO VIDEO, FA PARTE DEL PROGETTO “REAL FANTASIES “, NATO APPOSITAMENTE PER ILLUSTRARE LE COLLEZIONI, E SVILUPPATO PER LA PRIMA VOLTA PER IL LOOK BOOK DELLA PRIMAVERA ESTATE 2007 DALL’ARCHITETTO REM KOOLHAAS. NEL 2010 IL REGISTA JAMES LIMA ANIMA LA COLLEZIONE PER IL PRIMO VIDEO, E NELL’ANNO SUCCESSIVO ILPROGETTO PRENDE IN NOME DEFINITIVO DI “REAL FANTASIES “.
E’ AL SUPERSTUDIO13 DI MILANO, DOVE I PIU’ GRANDI PROFESSIONISTI DEL FASHION SYSTEM HANNO CREATO CAMPAGNE ED EDITORIALI CHE HANNO LASCIATO UN BEL PO’ DI SEGNI NELLA STORIA DELLA FOTOGRAFIA DI MODA, CHE NEL MEZZO DELLA FASHION WEEK MILANESE SI TERRA’ LA MOSTRA EVENTO CURATA DA Micaela Flenda THIS IS ME NOT BEING YOU, volta ad indagare le sfaccettature della fotografia di moda contemporanea: 7 giovani talenti internazionali, molti dei quali esposti per la prima volta in Italia, si confronteranno sul tema del significato dell’immagine di moda oggi. Il titolo trae ispirazione dal testo di una celebre canzone della band punk rock NOFX, Philty Phi Philantropist, tributo al desiderio di indipendenza e insurrezione adolescenziali. Il progetto,nato dall’esperienza del confronto diretto con fotografi e professionisti del fashion system, diventa il tramite per creare un luogo di incontro e di ricerca, in cui giovani talenti under 35, nazionali ed internazionali, possano esporre i propri lavori a un pubblico specializzato di esperti di moda,collezionisti e curiosi della fotografia contemporanea. Gli elementi che definiscono il taglio editoriale del progetto sono la ricerca di fotografi di estremo talento, capaci di raccontare la propria visione estetica attraverso un linguaggio sempre più d’avanguardia e di rottura e la profonda necessità di superare l’iconografia dei soggetti “abito e modella” descrivendo in questo modo temi più introspettivi come l’identità, il riconoscimento e la rappresentazione spesso cacofonica dell’idea di Bellezza, introducendo così una novità rispetto al modo di percepire e immaginare la fotografia di moda classica, per riflettere sull’importanza sempre maggiore di un inedito e innovativo modo di usare il linguaggio della fotografia di moda, sempre più intimo e rivoluzionario, spesso dal sapore reportagistico e altre volte dissacrante: vasta fucina di energia creativa e specchio di una cultura contemporanea che vive i contradditori e violenti mutamenti sociali. Quindi non solo fotografia di moda come espressione di tendenze e stile della contemporaneità ma anche e soprattutto voce di una generazione di giovani che all’interno di un contesto storico di crisi e trasformazione (o svalutazione?) dei valori cerca una nuova identità indefinita e non categorizzante, fluida e in evoluzione.
“Instagram è stata una delle fonti di ricerca più grande”, afferma la curatrice Micaela Flenda, “la maggior parte dei fotografi coinvolti in questa prima mostra li ho conosciuti esattamente attraverso il social network. Dopo aver aperto il mio profilo, ho iniziato a seguire soprattutto magazine di moda e talent agencies e da lì, in poco tempo, ho scoperto moltissimi talenti”.
This Is Me Not Being You si propone nel futuro di diventare il punto di riferimento in cui giovani fotografi di moda possano esporre le proprie ricerche personali.L’obiettivo è quello di organizzare ogni anno, durante la settimana della moda femminile di Milano, una mostra collettiva che affronterà diverse tematiche, sperimentando location e allestimenti sempre nuovi.
35 fotografie raccontano
FELIX COOPER 1988 – Regno Unito
Tra sensazioni surrealiste e ironici giochi sul tema del doppio e dell’identità, i lavori proposti in questa sua prima mostra ricompongono con freschezza e irriverenza la fotografia di studio.Inizia la sua carriera giovanissimo a Londra e il suo estremo talento viene riconosciuto subito da Carine Rotfield con la quale inizia una fitta collaborazione per CR FashionBook. Tra i suoi editoriali troviamo Dazed & Confused, Harper’s Bazaar US, Vogue Giappone, Bon Magazine, Numero Tokyo, Novembre Magazine, GQ Style Cina,Wonderland Magazine. (www.felixcooper.com)
DAFY HAGAI 1985 – Israele
In un’atmosfera candida e nostalgica di colori pastello la sua fotografia racconta la vita delle ragazze israeliane al di là di ogni stereotipo.Nel 2014 esce il suo primo libro fotografico Israeli Girls e nello stesso anno collabora al libro Babe con il collettivo artistico femminile The Ardorous curato da Petra Collins, definito dal New York Times uno dei libri di fotografia più belli usciti nel 2015. A oggi Dafy Hagai espone presso il MOMA PS1 di New York e il MOCA di Los Angeles. I magazine per i quali lavora sono: Vogue, i-D, Dazed and Confused, Vice, Oyster, L’Officiel. (www.dafyhagai.com)
JAI ODELL1980 – Australia
Ritratti in bianco e nero ruvidi e psichedelici reinterpretano i parametri di bellezza in una serie d’immagini crude e taglienti, dal sapore underground, leggero e malinconico allo stesso tempo.Trasferitosi a New York inizia la sua carriera come assistente di Steven Klein e poi di Steven Meisel. Dopo qualche tempo si trasferisce a Londra dove collabora con David Sims fino a quando arriva il momento in cui decolla la sua carriera di fotografo di moda. Tra i suoi clienti: Vogue Uk, Dazed & Confused, i-D, Hero and Heroine Magazine,Interview, Teen Vogue, V magazine, Out of Order, The Last Magazine.(www.jaiodell.com)
WINTER VANDENBRINK 1980 – Olanda
Le immagini in mostra di Winter Vandenbrink raccontano l’anima ribelle dei teenager europei. Mossi dall’esigenza di appartenere e omologarsi al proprio gruppo sociale, queste giovani reclute girano per le strade delle grandi capitali, da Londra a Madrid, da Milano ad Amsterdam, come guerrieri in addestramento. Dopo aver finito gli studi presso la Royal Academy of Fine Arts a Hague in Olanda si trasferisce a Londra e inizia la sua carriera di fotografo di moda e reportage. Lavora a stretto contatto con grandi magazine come: i-D, Wonderland, Roller Coaster ed è inoltre curatore della rivista indipendente C.O.D (Collection od Documentaries). (www.wintervandenbrink.com)
KIKI XUE 1987 – Cina
Stile quasi pittorico e giochi di chiaro scuri, Kiki Xue è capace di unire l’atmosfera della pittura rinascimentale europea con un’estetica tutta orientale. Kiki partecipa al programma PhotoVogue per tre anni consecutivi e viene nominato ‘miglior autore’ nell’edizione finale: 45 Frames From PhotoVogue, Milano, 2015, Leica Galerie A Glimpse At PhotoVogue, Milano, 2012/2013, Galleria Carla Sozzani Kiki vive a Parigi e collabora correntemente con riviste come Vogue Gioiello, L’Officiel Italia, Flair, L’Officiel Hommes Italia, Harper’s Bazaar Cina, Luisaviaroma.com e Boycott Magazine. (www.kikixue.com)
PAOLO ZERBINI 1983 – Italia
Osservatore del mondo giovanile e delle sue contraddizioni Paolo Zerbini racconta lo stile e l’attitude dei ragazzi street portando il suo bagaglio di reportagista nel linguaggio dell’immagine di moda.Nel 2014 pubblica il suo primo libro fotografico, Rough Ride Down South, sulla vita dei giovani di provincia statunitensi. Oggi espone alla mostra IL NUOVO VOCABOLARIO DELLA MODA ITALIANA presso La Triennale di Milano. Paolo vive a Londra e lavora regolarmente per pubblicazioni come Numéro Homme Germania, Heroine Magazine,Vogue Russia, Vogue Turchia, GQ Style, Harper’s Bazaar, Out Of Order,L’Officiel Italia e VMan. ( www.paolozerbini.com )
MARIE ZUCKER 1991 – Germania
Situazioni oniriche tra riferimenti felliniani ed elementi estetici che ricordano la pittura preraffaelita, Marie Zucker rivela un mondo femminile sognante e decadente e crea nudi onesti e provocatori. Nata a Berlino si trasferisce a Londra poco più che teenager. Espone in diverse collettive tra New York, Milano, Tokyo e Melbourne. Collabora attivamente all’interno del collettivo femminile di artiste The Ardorous curato da Petra Collins. Le sue pubblicazioni e clienti includono: Louis Vuitton, Vogue Italia, Vogue Cina, Elle Svezia, Elle Giappone, L’Officiel, Purple Magazine, AnOther Magazine, TANK Magazine, Oyster. ( www.mariezucker.com )
MICAELA FLENDA, Milano, 1984. Dopo gli studi si trasferisce a New York e collabora con CondéNast International fino al 2011 quando decide di tornare in Italia, continuando la propria carriera come producer di servizi fotografici e video per alcune delle agenzie di al moda più creative di Milano, come MACSIOTTI e Collateral Films. In seguito si avvicina mondo dell’arte collaborando con gallerie e progetti curatoriali, tra i quali Fantom Editions e Around Gallery.
THIS IS ME NOT BEING YOU Superstudio 13 – Via Forcella 13 Milano mercoledì 24 Febbraio 10h00 – 20h00 giovedì 25 Febbraio 10h00 – 15h00
DESIGN E MATERIALI D’AVANGUARDIA PER LE NUOVE TUBOLAR, LE ULTIME NATE IN CASA ADIDAS. Tubolar DOOM, audace e futuristica, ha la tomaia con calzino incorporato. RADIAL, VIRAL, DEFIANT, le altre versioni, per uomo e per donna. Da 120 a 160 Euro.