Apre domani, 20 ottobre, alla Fondazione Prada di Milano una grande mostra dedicata a William N.Copley. La mostra, che ripercorre la carriera dell’artista americano, nei vari periodi, dalla fine degli anni 40 ,a Los Angeles, poi a Parigi, per continuare tra Europa e Stati Uniti, è curata, per l’edizione italiana ( molto più ampia, tra l’altro, di quella di Houston ) da Germano Celant, che ne ha curato anche il catalogo, in collaborazione con la Menil Collection di Houston. Le opere esposte sono più di 150, tra il 1948 e il 1995, provenienti da musei e collezioni internazionali che vanno a costituire la più grande retrospettiva dedicata finora all’artista. Oltre alle opere di Copley, sono esposti per la prima volta in Italia, capolavori di Max Ernst, René Magritte, Man Ray e Jean Tinguely, che facevano parte della collezione personale di Copley. La mostra si sviluppa nei due livelli del Podium. Al primo piano, il suo percorso biografico e intellettuale, arricchito da una vasta raccolta di materiale in parte inedito di pubblicazioni, fotografie, cataloghi e materiali d’archivio resa disponibile dall’Estate di William N. Copley a New York. Al piano terra 8 ambienti dedicati a soggetti o aspetti specifici della vasta produzione di Copley.
Il 20 ottobre alle ore 18 si svolgerà alla Fondazione Prada una conversazione tra Germano Celant e Toby Kamps. Il dialogo tra i due curatori farà emergere nuove possibili linee di lettura storica e critica con cui affrontare la figura poliedrica di Copley. Sarà analizzato il suo percorso culturale a metà strada tra tradizione americana ed europea, tra recupero della storia dell’arte e originale ricorso all’ironia e alla provocazione, nonché la sua singolare condizione di artista, collezionista e gallerista in relazione al nostro presente. Per l’occasione, l’ingresso alla mostra sarà gratuito dalle ore 17 fino alla chiusura della sede.
Photo Piero Gemelli – Hair Stylist Mimmo Di Maggio @Freelancer Artist Agency – Make Up Artist Rachid @Freelancer Artist Agency – Model Francesca Moro @Fashion Model Management
Stressati e inariditi dal sole estivo, è proprio durante la breve pausa autunnale che i capelli hanno bisogno delle cure che li prepareranno all’aggressione della stagione più fredda, anche perché sia ce si vogliano portare lunghi e ondulati come suggeriscono le sfilate autunno inverno o che si abbia voglia di un taglio medio lungo per seguire l’”onda” del mood più quotato di questa stagione, è necessario che lo stato di salute sia al top, e allora via con i ristrutturanti, le maschere nutrienti, gli shampoo idratanti : guerra al crespo !
Di SHU UEMURA, brand tra i leader per la cura dei capelli, ESSENCE ABSOLUE NOURISHING CLEANSING MILK, un ricco shampoo-balsamo a base di olio di camelia, nutriente e idratante. MASQUE NUTRITION INTENSE PHYTOELIXIR di PHYTO è la nuova maschera ristrutturante a base di olio di macadamia e cera di narciso per restituire lipidi alla fibra dei capelli. Una crema senza risciaquo da applicare prima di asciugarli o come finish, è la CREME MAGISTRALE NUTRITIVE di KERASTASE , per ristabilire l’equilibrio di capelli secchi e sensibilizzati.
Per i casi più disperati e chi preferisce cure professionali in salone, CREME SUBLIMANTE UNIBALANCE ERILIA THERAPHY di CREATTIVA è una crema –shampoo nutriente e antiossidante per contrastare smog, inquinamento, riscaldamento e il cloro delle piscine. Sempre della linea Erilia Theraphy, RIGERMINA, lo dice il nome, a base di staminali vegetali e vitamina E, aiuta la rigenerazione di capelli sfibrati e opachi. Un balsamo intensivo per idratare e dare corpo ai capelli è quello di AVEDA : THINKENING INTENSIVE CONDITIONER.
Il Nobel per la Letteratura 2016 è andato a Bob Dylan per aver “creato una nuova espressione poetica nell’ambito della tradizione della grande canzone americana”. Questa la motivazione, stringata e asettica, ma non per questo non meritevole di elogio, per il riconoscimento alla poesia dei testi di appassionata protesta che hanno accompagnato decenni di storia e storie non solo americane e hanno dato voce ai sogni e alle battaglie di generazioni non allineate alla logica dei poteri, testi che hanno indicato la via per l’umanità contribuendo alla formazione di una nuova coscienza collettiva in tutto il mondo, e questo corrisponde esattamente ai criteri indicati dallo statuto per l’attribuzione del premio, stabiliti da Alfred Nobel : avere massima rilevanza in campo idealistico ed essere di beneficio per l’umanità. La candidatura di Dylan è rimasta in soffitta per un ventennio, fu infatti Gordon Ball, docente di letteratura dell’università della Virginia, a nominarlo per primo al Nobel, sostenendo che Dylan era stato proposto “per l’influenza che le sue canzoni e le sue liriche hanno avuto in tutto il mondo, elevando la musica a forma poetica contemporanea”. in seguito la candidatura fu appoggiata da altri studiosi americani, e da un’icona della letteratura americana come Allen Ginsberg.
L’idea è nata dalla collezione di borse “Scout” MICHAEL Michael Kors, design che rievoca le borse per fotocamere vintage, e da qui la collaborazione con Fujifilm. Per i cultori della pellicola, la piccola Instant Film Camera MICHAEL KORS x FUJIFILM INSTAX Mini 70, stampa fotografie incredibilmente vivide nel giro di un attimo e offre una modalità speciale per i selfie, oltre a un flash a elevate prestazioni che rileva in automatico la luminosità dell’ambiente circostante e regola i tempi di esposizione.
Realizzata in pelle, la borsa “Scout” è dotata di tracolla e scomparti multipli.
Disponibile in 4 colori
Premio BEST STYLING a Mikey Ayoubi e BEST MUSIC a Mitchell Sloan al Fashion Film Festival Milano appena concluso, regia di Marie Schuller, interpreti Lily Nova IMG Models, Kirsty Mckenzie Five Twenty Model Management, Isabella Vicky Mckenzie Five Twenty Model Management.
Nel cuore della fashion week milanese, dal 24 al 26 settembre, al cinema Anteo, si terrà la terza edizione del Fashion Film Festival Milano, rassegna e concorso dedicata ai 180 fashion film selezionati tra i 750 provenienti da oltre 50 Paesi. La giuria di quest’anno si compone di personalità provenienti da mondi distanti ma aperti al dialogo: Claudia Llosa, regista vincitrice dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino e candidata al Premio Oscar, Andrea Lissoni, Senior Curator, International Art (Film) della Tate Modern a Londra, Miroslava Duma, fondatrice della piattaforma digitale Buro24/7, Olivier Zahm, fotografo, regista e fondatore della rivista Purple Magazine, Emanuela Martini, direttrice del Torino Film Festival e critica cinematografica, Michelangelo Di Battista, fotografo di moda di fama internazionale, Enrico Dorizza, Chairman & CCO di J Walter Thompson Milano e Franca Sozzani, Direttrice di Vogue Italia e de L’Uomo Vogue. Saranno eletti i vincitori di 14 categorie divise in due macrosezioni : Established Talent (talenti affermati) & New Talent (nuovi talenti). Le votazioni sono aperte anche al pubblico il pubblico, con la formula del Voting Online. Una news è il Fashion Film Festival Milano Channel, il primo pop-up channel al mondo interamente dedicato ai fashion film. Su “DPlay”, la piattaforma digitale di Discovery Channel Italia, verranno trasmessi i contenuti delle precedenti edizioni, quelli di quest’anno, insieme a del materiale inedito, e la produzione originale “FFFMILANO TRIBE” con protagonista Costanza Cavalli Etro che, in cinque episodi, incontrerà durante le giornate del festival la “tribù” di protagonisti, appassionati e influencers del mondo della moda. Grazie alla nuova collaborazione con la Cineteca Nazionale, all’interno del Festival verrà proiettata una serie di fashion film sperimentali italiani degli anni Sessanta e Settanta, e,nella sezione Fuori Concorso, la presentazione in anteprima del documentario diretto dalla regista milanese Alina Marazzi “Anna Piaggi: Una visionaria della moda”. Il film ripercorre la vita e la carriera di Anna Piaggi attraverso le testimonianze di alcuni dei più conosciuti stilisti del mondo, immagini inedite e materiale fotografico proveniente dall’archivio di Alfa Castaldi, Ugo Mulas, Baldo Fabiani e molti altri.
Fashion Film Festival Milano 24, 25, 26 settembre presso l’Anteo spazio Cinema, con il patrocinio del Comune di Milano e della Camera della Moda . Tutte le proiezoni sono free, fino ad esaurimento posti.
E’ certo che Sarah Moon non ha bisogno di presentazioni, negli anni settanta la celebre e schiva fotografa francese era onnipresente sulle pagine e le copertine delle riviste più importanti a livello mondiale. Le sue foto prestate alla moda erano opere di poesia ammantate di mistero in un mondo intimo, lunare. Chi non ricorda le sognanti adolescenti fotografate e filmate da lei per Cacharel ? Ma la sua vena artistica la spinge alla ricerca di nuove strade e il 1985 segna l’inizio di una ricerca personale sulla fugacità della bellezza, l’evanescenza delle cose e il passaggio del tempo. Le sue opere sono state esposte nelle più prestigiose Gallerie internazionali, dal 1980 al 2016 ha pubblicato 20 libri, girato film pubblicitari, documentari, film d’arte, e collezionato un bel numero di riconoscimenti, da New York a Mosca.
Tra gli affreschi rinascimentali e le sculture di Palazzetto Eucherio Sanvitale nel Parco Ducale di Parma, si inaugura domani, nella nuova sede dedicata alla fotografia, la mostra curata da Carla Sozzani.
“Sin dall’inizio ho sempre voluto sfuggire al linguaggio codificato del glamour. Quello che cercavo era più intimo, erano le quinte ad interessarmi, un diaframma sospeso prima che il gesto si compia, un movimento al rallentatore…come quello delle donne che si allontanano di spalle.” Dal libro Coincidences di Sarah Moon
SARAH MOON. QUI E ORA – ICI ET MAINTENANT
Inaugurazione venerdì 16 settembre 2016, ore 18.00 Palazzetto Eucherio Sanvitale, Parco Ducale di Parma
In mostra da sabato 17 settembre fino a sabato 15 ottobre 2016
Per chi ancora non lo sapesse, per i festeggiamenti della band che ha stravolto il panorama musicale dei primi anni sessanta ed è entrata nella leggenda, è in uscita il docu- film evento Height Day a Week, The Touring Years . La premiere mondiale a a Londra, a Leicester Square, e in contemporanea sugli schermi del pianeta il 15 settembre. Il documentario, realizzato con la collaborazione di Paul McCartney, Ringo Starr, Yoko Ono Lennon e Olivia Harrison, racconta tre anni della band, dai concerti del 1963 al Cavern Club di Liverpool fino all’ultima data del tour statunitense presso il Candlestick Park di San Francisco nel 1966 con filmati rari o inediti e backstage di vita, tra una hit e l’altra. I tempi sono da evento : nelle sale dal 15 al 21 settembre.
Giunto alla 21° edizione, l’atteso appuntamento con il Milano Film Festival inizia l’ 8 settembre e si concluderà il 18 nel distretto Tortona a Milano, già cuore di moda e design, nel polo culturale di BASE Milano e Mudec, e un’arena all’aperto adiacente ai magazzini del Teatro La Scala, mentre per l’altra parte della città rimane confermato lo storico Spazio Oberdan e il MIMAT. Undici giorni del migliore cinema emergente internazionale, incontri con i registi e dibattiti, in un’atmosfera di scambio e dinamismo culturale, un’occasione formativa e sociale per un cinema aperto alla discussione. Tre le categorie in concorso : CONCORSO INTERNAZIONALE LUNGOMETRAGGI per opere prime e seconde provenienti da ogni parte del mondo e tutte in anteprima italiana. CONCORSO INTERNAZIONALE CORTOMETRAGGI riservato a registi under 40, e NASTRO AZZURRO VIDEO TALENT AWARD che premia la sperimentazione di progetti innovativi della produzione video. Oltre alle categorie in concorso, film in anteprima, workshop, ospiti, sezioni fuori concorso, eventi speciali.
Film di apertura (giovedì 8 settembre ore 21, MUDEC) Gulîstan, Terre de roses della regista canadese Zaynê Akyol, un racconto in prima persona di un gruppo di guerrigliere del PKK che vivono sulle montagne e nei deserti del Kurdistan, donne rivoluzionarie che combattono per la libertà del proprio paese rinunciando a tutto, presentato a Visions du Réel e premiato anche a Locarno per la selezione Doc Alliance; Baden Baden della debuttante Rachel Lang, produzione belgo-francese che racconta un’estate particolare della giovane Ana, tra precariato e legami personali; Jacqueline (Argentine) del regista statunitense di origine brasiliana Bernardo Britto, film girato con i-phone che segue la sgangherata fuga di un’informatrice interpretata da Camille Rutherford, in Argentina; Radio Dreams di Babak Jalali, premiato al 45° International Film Festival Rotterdam, black comedy in cui un un brillante e incompreso scrittore sogna di unire le culture di Occidente e Oriente nel rock, invitando a suonare con i Kabul Dreams, prima rock band afghana, i Metallica, che accetteranno; Under the Shadow dell’iraniano Babak Anvari, presentato come il nuovo The Badabook in anteprima mondiale al Sundance, horror ambientato nella Teheran sotto assedio del 1988, nel momento più sanguinoso della guerra Iran-Iraq, protagonista una madre e la figlia, minacciate da una forza maligna nel loro stesso appartamento; The Lure della polacca Agnieszka Smoczyńska, musical tra l’eros e l’horror premiato dalla giuria del Sundance che rilegge la fiaba della Sirenetta in un night club stile anni ’80; Diamond Island, prima opera di fiction del regista franco-cambogiano Davy Chou, storia di una formazione ai giorni nostri a Phnom Penh; Victoria di Justine Triet, commedia interpretata da Virginie Efira e secondo lungometraggio della regista francese de La bataille de Solférino; Mimosas, opera seconda di Oliver Laxe, ambientata tra i monti dell’Atlante marocchino, in cui una carovana asseconda il desiderio di un anziano sceicco di morire ed essere sepolto vicino ai propri cari e vincitore della Semaine de la Critique a Cannes.
FOCUS PHILIPPE GRANDRIEUX – Il regista francese Philippe Grandrieux, membro della giuria del Concorso Internazionale Lungometraggi, nel suo cinema indaga il confine tra ossessione, psiche e desiderio, attraverso fiction, videosaggi, performance e installazioni. In occasione dell’anteprima italiana del suo ultimo film Malgré la nuit, interpretato da Ariane Labed e Roxane Mesquida, Milano Film Festival ne omaggia l’opera con la proiezione, accompagnata dall’autore, dei suoi film di fiction: dall’esordio Sombre (1998), dedicato a un serial killer fuori dagli schemi del genere, al suo più celebre La vie nouvelle (2002) fino a Un lac (2008), menzionato alla Mostra del cinema di Venezia.
FOCUS ALBERT SERRA – In programma un focus dedicato al catalano Albert Serra (1975), giovane regista presente durante il Festival dalla poetica in bilico tra classicismo e sperimentazione, amato dal pubblico internazionale e misteriosamente non distribuito in Italia. Il focus, nato in collaborazione con la rivista di critica cinematografica Filmidee, presenta i film di fiction dell’autore, attivo anche nel documentario e nell’arte contemporanea, partendo dall’anteprima italiana del più recente La mort de Luis XIV (2016), presentato al Festival diCannes, che racconta gli ultimi giorni di vita del morente Re Sole interpretato dall’attore culto della Nouvelle Vague Jean-Pierre Léaud, e prosegue con altri tre titoli – proiettati in 35 mm – Honor de cavalleria (2006), ispirato dal Don Chisciotte, El cant dels ocells (2008) e Historia de la meva mort (Pardo d’Oro a Locarno 2013) dedicato al tramonto di Casanova.
OMAGGIO AD ANDRZEJ ŻUŁAWSKI – Irregolare e visionario, per la prima volta il Festival dedica un omaggio a un autore scomparso: Andrzej Żuławski, mancato a febbraio di quest’anno. Del regista polacco, verranno proiettati in anteprima italiana tre restauri recentemente completati di sue opere prodotte in Polonia: l’esordio La terza parte della notte del 1971, che fu presentato a Venezia nella celebre edizione non competitiva e provocatoria di Gian Luigi Rondi; il raro The Devil (1972) e Sul globo d’argento (1988). Chiude l’omaggio la proiezione di Cosmos (2015), ultimo controverso lungometraggio presentato nel 2015 a Locarno tratto dall’omonimo romanzo di Witold Gombrowicz.
COLPE DI STATO – alla dodicesima edizione Colpe di Stato, che si sofferma sulla realtà complessa del sistema di potere nel mondo, che si muove quest’anno su due sponde tematiche, quella dei titoli presentati in collaborazione con Docucity, che esplorano le trasformazioni dello spazio urbano, e quella del confine, in tutte le sue accezioni, geografica, sociale, culturale e religiosa.
Del primo filone fanno parte Tides – A History of Lives and Dreams Lost and Found (Some broken) di Alessandro Negrini, che racconta l’Irlanda del Nord, dove il Foyle separa Derry, città dei cattolici, da Londonderry, feudo dei protestanti, un confine d’acqua che si è fatto, nel tempo e suo malgrado, serbatoio di memorie nella storia accidentata dell’Irlanda del Nord; City Of Dreams: A Musical di Brian Hill e Sam Benstead, musical in stile Bollywood che racconta gli slums indiani di Dharavi, Mumbai, attraverso l’occhio dei bambini, una quotidianità terribile e onirica, segnata dall’intenzione di essere felici con quel che si ha; Ovarian Psycos di Joanna Sokolowski e Kate Trumbull-LaValle, la conquista della libertà delle cosiddette “ovas”, crew dell’East Side di Los Angeles di donne che si muovono solo in bicicletta, hanno una voce artistica e politica precisa, raccolgono storie e vogliono riconquistare il potere; Tower della statunitense Keith Maitland, uno sguardo animato e ricco di azione sulla prima sparatoria di massa in una scuola americana, quando il peggio di un solo uomo ha tirato fuori il meglio di molte altre persone.
Al secondo filone, curato dal critico Alessandro Uccelli, quello dei confini, appartengono La vallée du sel dello svizzero Christophe M. Saber, ambientato nel mezzo del momento politico peggiore dell’Egitto, quando un giovane regista torna a casa a Il Cairo, per la prima volta dall’inizio della rivoluzione e guarda i suoi genitori fronteggiare una situazione che metterà in crisi la loro fede e farà sorgere dei dubbi sulla loro presenza nel proprio paese; Remember Your Name, Babylon di Marie Brumagne e Bram Van Cauwenberghe, dove tra i corridoi di una serra in un mondo coperto di plastica crescono piccole baraccopoli, case di uomini e donne che hanno attraversato il mare in cerca di una vita migliore; Madame B., histoire d’une Nord-Coréenne di Jero Yun, storia di Mrs. B che, espatriando illegalmente dalla Corea del Nord, è venduta dai suoi contrabbandieri a un contadino cinese, diventa contrabbandiera anch’essa e inizia una battaglia per riunirsi con i suoi figli.
Ultimi titoli in rassegna, infine, The Lovers and the Despot di Ross Adam e Robert Cannan, che racconta l’incredibile storia di un rapimento per scopi culturali ordito alla fine degli anni 70 dal presidente della Corea del Nord, Kim Jong-il, che voleva costruire un’industria cinematografica Nord Coreana che potesse competere con quella statunitense; e Shadow World di Johan Grimonprez, documentario sui retroscena del commercio internazionale di armi basato sull’acclamato libro di Andrew Feinstein.
UNDER SCREEN – nuove traiettorie del cinema, rassegna di incontri e proiezioni ideata per tracciare nell’audiovisivo il “dopo” proposto dalla XXI Triennale (che chiude il 12 settembre) con Design After Design. Nuovi modi di linguaggio, come nel cinema che gioca con se stesso e il suo immaginario. Ne fanno parte Fear Itself del giovanissimo regista e critico cinematografico britannico Charlie Lyne, film di montaggio composto interamente da film già esistenti, viaggio personale attraverso la paura e il cinema; Lo and behold, ultimo documentario di Werner Herzog sulla relazione tra l’uomo e internet, presentato al Sundance Festival e in collaborazione con il Goethe-Institut Mailand; Les sauteurs di Moritz Siebert ed Estephan Wagner, produzione danese sul tema dei rifugiati, ambientata sulla costa mediterranea settentrionale dell’Africa con le riprese del malese Abou Bakar Sidibé; Solar di Manuel Abramovich, lavoro che vede dietro la macchina da presa Flavio Capobianco, che a dieci anni nel 1991 pubblicò un libro New Age assieme al fratello, trasformandosi in un caso nazionale, qui alle prese con la ridefinizione del proprio ruolo; The Clones Project, incontro con Erdal Inci, artista turco famoso in tutto il mondo come prolifico produttore di loop in Graphic Interchange Format (le GIF), un lavoro imperniato sulla ripetizione del soggetto nell’immagine e della stessa immagine all’infinito; REMAKE & MATCH – Il cinema di montaggio di Davide Rapp, architetto e filmmaker milanese, che lavora a un cinema di montaggio che rimette in gioco spazi e immaginario, indagando la storia del cinema; infine l’esibizione-racconto #RefugeeCameras, in collaborazione con NAGA, le fotografie raccolte da Kevin McElvaney a partire da 15 camere usa-e-getta affidate a viaggiatori senza più patria del nostro secolo, in partenza dai campi di Smirne, Lesbo, Atene e Idomeni.
PLEASURE & PAIN – VISIONI DI MEZZANOTTE – Per la prima volta Milano Film Festival propone, con la cura dell’esperto di cinema di genere Marco Cacioppo, una sezione dedicata ai film di mezzanotte: quattro opere prime o seconde da vivere a notte fonda. In programma, un restauro imperdibile, Multiple Maniacs, opera prima di John Waters, geniale enfant terrible della new wave americana anni ’70, Tenemos la carne di Emiliano Rocha Minter, esordio apprezzato da Alfonso Cuarón e da Alejandro González Iñárritu, dove fratello e sorella si introducono in un edificio fatiscente e si trovano a spartire la convivenza con un terzo personaggio demoniaco che li inizia a un viaggio interiore all’insegna del piacere e della violenza più estremi; The Witch di Robert Eggers, noto in versione doppiata, ma proiettato in lingua originale per goderne al meglio l’ambientazione nel 17° secolo, quando una famiglia di padri pellegrini è sconvolta dalla sparizione del figlio appena nato, di cui viene incolpata la primogenita Thomasin; The Greasy Strangler di Jim Hosking, bizzarra commedia horror.
GIMME DANGER – In collaborazione con la piattaforma di video on demand Infinity, è in programma l’anteprima italiana di Gimme Danger di Jim Jarmusch (giovedì 15 settembre ore 20, Largo del Cinema), presentato a Cannes, che sarà successivamente distribuito nelle sale italiane da BIM. Gimme Danger è la storia dei primi anni di carriera dell’idolo rock Iggy Pop e degli Stooges, un documentario intenso e senza filtri con interviste inedite, aneddoti, rarità dei fan che ricostruisce la rivoluzione di un gruppo di ragazzi che ha cambiato l’immagine e il suono del rock.
FOCUS ANIMAZIONE – maratona di animazione (lunedì 12 settembre ore 20.45 in Largo del Cinema e ore 22 al MIMAT) curata dal critico Andrea Lavagnini, quattro ore di racconti illustrati, dipinti, materializzati e modellati che dà conto della migliore produzione annuale in campo animato, e due lungometraggi, lo stopmotion Little from the fish shop di Jan Balej, fiaba dark ispirata a La Sirenetta che narra in rima e plastilina la storia della giovane Little e della sua sofferta decisione di lasciare casa e famiglia per concedersi all’amore, e Psychonauts, the forgotten children di Alberto Vazquez, la graphic novel animata a quattro mani da Alberto Vázquez e Pedro Rivero, storia degli adolescenti psiconauti dimenticati Birdboy e Dinky, in fuga da una catastrofe ecologica.
All’interno del Focus Animazione anche Holy Motors – Strong Messages from the perfect machines, il workshop di produzione realizzato con il supporto di Flying Tiger Copenaghen e condotto da Jeanne Boukraa per la realizzazione di un lavoro collettivo in animazione digitale, grazie anche alla collaborazione tecnica di Wacom che fornirà ai partecipanti le tavolette grafiche su cui lavorare.
Altri eventi : la festa di fine anno della Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti (al MUDEC il 14 settembre); la partnership sulla prima serata del Gran Festival del Cinema Muto con la proiezione di Sangue e arena di Fred Niblo (al Teatro Dal Verme il 15 settembre), musicato dal vivo dall’Orchestra dei Pomeriggi Musicali.
DEBUT – Open platform to meet professionals Con il sostegno di SIAE, il patrocinio di Lombardia Film Commission e in collaborazione con Belleville – La Scuola, Milano Film Festival apre al mondo dell’industria rivolta ai giovani registi, produttori e studenti. L’idea è di concentrarsi sul primo film, in linea con la ricerca di talenti del Festival toccandone i diversi aspetti: dalla scrittura, alla produzione, alla distribuzione, alla film litteracy (formazione). A partire da una call per soggetti cinematografici per cortometraggi opere prime e seconde lanciata insieme alla scuola di scrittura creativa Belleville, saranno selezionati i progetti che avranno la possibilità di presentare il materiale di ricerca e il soggetto a una platea di buyers, produttori, distributori, registi. Un formato aperto, che si terrà a BASE Milanodal 13 al 18 settembre, dove incontrare i professionisti del settore e instaurare con loro un contatto diretto di apertura all’industria cinematografica, completato da showcase di organizzazioni professionali internazionali, pitch per produzioni in corso di sviluppo, masterclass e lezioni.
AUDIOVISIVA Parallelamente a tutto ciò si svolgerà un programma musicale sull’interazione tra suono e video, orientato alla musica elettronica, alla sperimentazione visiva e all’esplorazione dei linguaggi espressivi contemporanei. Musica live e dj set, visual acts, showcase di etichette, musicazioni di film e after show. L’architettura industriale di BASE Milano diventerà l’ anima del festival, con un programma quasi interamente gratuito che comprende oltre 40 artisti dal pomeriggio fino a tarda sera. Per l’edizione 2016 l’inaugurazione è affidata a due donne provenienti dalle parti opposte del globo, la coreana Peggy Gou e la californiana Kerry LeBon, lo showcase dell’etichetta italiana Vae Victis con Ayarcana, Chevel, Dj Plant Texture (sabato 10 settembre), l’appuntamento con la label meneghina Hormonal Sequenze (giovedì 15 settembre) con ospite speciale Imaginary Forces e l’evento in collaborazione con Linecheck – elita che vedrà la performance audiovisiva dal vivo del francese Chassol seguito da Rival Consoles.
L’inizio del video fa pensare alla solita, classica pubblicità del prodotto di lusso, ma la giovane donna che annuisce distrattamente e poi si allontana dalla cena e dai suoi noiosissimi commensali, gira l’angolo e si scatena in una folle, liberatoria corsa a passi di danza e fisicità fatta di smorfie e di una coreografia apparentemente casuale che prende di sopresa e coinvolge come una pillola di energia. L’atttrice, ex ballerina e figlia di Andie Mc Dowell, è Margaret Qualley, il regista è nientemeno che Spike Jonze, che ha firmato i film “ essere John Malkovich e “Il ladro di Orchidee”, ma che ha al suo attivo un lungo elenco di video musicali per i Chemical Brothers, Bjork, Sonic Youth .
Due giorni di installazioni, un calendario di sfilate in streaming video live e off-line, con oltre 200 designer e 800 outfit tra passerelle e static show, più scarpe, borse, gioielli, tutto il meglio della creatività dei talenti più promettenti delle 14 scuole italiane che fanno parte della Piattaforma Sistema Formativo Moda , quattro talk a tema con professionisti del settore, uno show finale, con i premi del contest di Camera Nazionale della Moda Italiana e Lineapelle e un closing party con DJ set. Tutto questo alla seconda edizione del Milano Moda Graduate. L’obbiettivo degli organizzatori è quello di costruire un network per supportare concretamente il sistema formativo del fashion system, mettere in contatto studenti, professionisti e aziende per creare un’interazione tra giovani designer e struttura produttiva. Per gli studenti la grande opportunità di crescere e confrontarsi con chi può aiutarli a comprendere le dinamiche del settore. Ai primi due vincitori del contest di Milano Moda Graduate è stato assegnato uno stage presso due brand di importanza internazionale.
Patrizia Fabri, Sharra Pagano, Marios, Salvatore Ferragamo, Stilyst Own, Avant Toi, Compagnia Italiana, Carlo Pignatelli, Collection Privé, Super Duper Hats, Laboratori Italiani, Campo Maggi, Nicholas K, Vivetta, Ou Jour Le Jour, Marciano Guess.
Photo Marcello Arena @ Studio Repossi
Style Rujana Cantoni
Model Alastair George @ Fashion Model Management , David S. @ Elite Model, Sebas Vissers @ Urban Models Milano
Esce oggi nelle sale Star Trek Beyond e Sledghammer, soundtrack di Rihanna è già una hit. Il video è stato girato da Floria Sigismondi, una dei top della filmografia musicale, ( quattro video con David Bowie ). Qui il backstage del video con interviste a Rihanna e alla regista, in fase di lavorazione.
Si chiama LOST ed è l’ultima App per ascoltare e scaricare tutte le news fornite gratuitamente da un’unica piattaforma che ne riunisce una ventina curate da Boiler Room, Thump Uk, Clash Magazine, Dummy, Noisey, I-D e molte altre. E’ possibile aggiungere anche le playlist personali importate da You Tube, Spotify, SoundCloud, Apple. Insomma, tutta la world music in un’App per non perdersi più neanche una traccia. Da scaricare subito.
La HU NMD è la nuova cult di Adidas Originals progettata con la collaborazione di Pharrell Williams secondo un nuovo concept creativo : ogni sneaker deve racchiudere e trasmettere le molteplici sfaccettature dell’umanità. L’introduzione di Hu NMD celebra la visione di Pharrell, che desidera collegare tutte le persone attraverso il brand, unendole sotto un comune denominatore di amore, passione, entusiasmo, energia e colore.
Hu = Human Being, Human Race, Human Kind, Human Species
Disponibile in quantità limitata, Hu NMD di adidas Originals = PHARRELL WILLIAMS sarà in vendita a partire dal 22 luglio presso i rivenditori selezionati, e presso i negozi Billionaire Boys Club Flagship Stores di tutto il mondo.
Mentre dal 25 agosto, sarà disponibile presso i negozi adidas Originals Flagship Store.
Toni caldi, aranci dorati, nuance brillanti e intense da prediligere con la luce avvolgente dell’estate per rilucere di splendore. L’arancio, colore dell’estate per definizione, del buon umore e della vitalità, non è solo di tendenza, ma può rivelarsi un’ottimo alleato per dare risalto ai benefici del sole e delle vacanze, e più la pelle è abbronzata, più sono fantastici tutti i toni dal corallo all’arancio. Blush, rossetti o gloss per il giorno, bellissimi mat per la sera, smalti o terre dorate. Per chi non si espone al sole e preferisce mantenere un effetto lunare, o ha una pelle refrattaria ai raggi solari, l’arancio, usato in delicate sfumature con ombretti o blush albicocca, dona un’allure da pelle di pesca estiva, da mangiare con gli occhi.
Vernis di Chanel, smalto ultra resistente, nella tonalità Espadrilles.
Rouge Coco Stylo, di Chanel, nei toni Article o Histoire, ottimo per praticità e faciltà di applicazione, morbido e protettivo come un lucidalabbra.
Dior Addict Fluid Stik lunga tenuta, intenso come un rossetto e lucido come un gloss, a base di acqua, assicura il massimo della leggerezza, e non è poco, in estate. Il colore ? Artifice.
Per sublimare l’abbronzatura la terra abbronzante profumata Sun Disk Limited Edition di Sephora
Di Mac l’ ombretto in polvere. I pigmenti sono facili da usare e permettono sfumature leggere.
Yves Saint Laurent Blush Volupté Rebelle, un mix di polveri opache e satinate effetto radiosità garantita per le pelli più chiare.
E’ un omaggio a Robert Mapplethorpe la collezione spring summer 17 di Raf Simmons sfilata oggi a Pitti Immahìgine Uomo. Fiori e ritratti del grande fotografo sono il tema dominante sulle camicie e le t-shirt extra size.
E’finalmente uscito in Italia Tutti vogliono qualcosa, il film che tutti dovrebbero vedere. E’ una storia che si racconta con una spontaneità che avvolge tutti sensi e ti rapisce per tutta la durata del film. Non aspettatevi niente di cervellotico, di costruito, il bello, qui, è la semplicità godibilissima di una storia così ben raccontata da farti sentire “ a casa”, da fartici vivere dentro e condividere ogni emozione o sentimento, ed è questa apparente semplicità, che, come ogni bel libro o buona musica, arriva diretta e pura, senza artifici, senza etichette.
Il Punk compie 40 anni. Tra le mostre e gli eventi che celebreranno il compimento del quarto decennio di uno dei movimenti sottoculturali più sovversivi della storia moderna c’è la mostra Punk in Britain, da domani alla galleria Sozzani a Milano, con oltre 90 fotografie che documentano gli anni più significativi del Punk con i protagonisti della scena londinese, dove il Punk è nato, scaturito dalla protesta contro la depressione e il formalismo dell’Inghilterra puritana di quei tempi ed espandendosi rapidamente rivoluzionando il mondo della musica e della moda, dell’arte, e della letteratura. La maggior parte delle foto sono state scattate nel 1976 quando “I wanna be Anarchy, in the City” dei Sex Pistols segnava un’epoca e le borchie e gli strappi diventarono il segno distintivo di un nuovo modo di essere, e un fenomeno di costume che lascerà un’impronta definitiva. Punk, che originariamente significa “ da due soldi “, era la new revolution, era il grido disperato e provocatorio di una generazione incazzata.
La mostra di divide in due parti, con le foto di Simon Barker ( Six ) Dennis Morris, Sheila Rock, Ray Stevenson, Karen Knorr, Olivier Richon; con disegni, collage e grafiche di Jamie Reid e una sezione speciale dedicata ai video e alle fotografie di John Tiberi, il tour manager dei Sex Pistols.
Immagini su gentile concessione di Galleria Carla Sozzani